Vino, la notizia manda nel panico gli appassionati: la situazione è grave | Non berrai più Sagrantino e Merlot
Brutte notizie per coloro che amano il vino. Sembra che alcune etichette rischiano di scomparire. Gli appassionati sono preoccupati.
Il vino è una delle primizie italiane. Proprio il nostro Bel Paese gode di un clima e di un terreno che si rivela perfetto per la coltivazione dell’uva. Non è certo un caso se la maggior parte delle etichette apprezzate in tutto il mondo vengono proprio prodotte nel nostro territorio, la cui storia si intreccia con i vigneti e la passione per questo prodotto.
Non un semplice compagno dei migliori pasti, ma un simbolo dello spirito italiano che ama sedersi a tavola, mangiare bene, ridere e scherzare con quelli che sono gli amici di sempre. Oppure ritrovarsi in famiglia per un brindisi alla propria salute. Ma un calice di vino è anche il relax a fine giornata, davanti a un buon libro o godendosi la pace del proprio salone.
Nel corso dei secoli la produzione di alcune tipologie di vino è stata messa a rischio da funghi e parassiti che hanno danneggiato le piante e i loro frutti, limitando, anche per anni, la vendita di alcuni vini.
Sembra che il repentino cambio climatico degli ultimi mesi, abbia creato un ambiente pericoloso per alcune uve, la cui produzione di vino è messa a repentaglio. Gli esperti ci dicono che a risentirne sarà una particolare tipologia di vini, con un danno economico non di poca rilevanza, considerando la grande richiesta.
Il vino biologico è a rischio
Nell’Umbria ben il 70% del raccolto delle uve per la produzione di sagrantino e Merlot andrà perso per via della comparsa di funghi patogeni che hanno creato una vera e propria emergenza a cui porre rimedio. In particolare sono a rischio le coltivazioni biologiche, che dovrebbero essere condotte nel rispetto di taluni limiti per quello che riguarda i concimi e i pesticidi. Ma se non si interviene con prodotti di derivazione chimica specifica, si rischia che la quasi totalità dei raccolti siano messi a rischio, facendo scomparire completamente la produzione di questi due vini.
Occorre quindi salvare il salvabile, per evitare che moltissimi imprenditori si trovino in grosse difficoltà per la produzione mancata.
Il rame come soluzione
Lo afferma Roberto Di Filippo presidente di CIA Perugia, che occorre progettare delle politiche che siano sul lungo termine, con interventi in grado di aiutare gli agricoltori e gli imprenditori che verranno toccati da questa profonda crisi della produzione. Inoltre è importante non creare accanimento contro alcune sostanze che potrebbero offrire una buona soluzione per contrastare i funghi che colpiscono le piante.
Nè è un esempio il rame che viene escluso dalle coltivazioni biologiche. Secondo CIA Umbria è indispensabile una deroga sulla regolamentazione che vicina sull’applicazione rame in una quantità massima che non superi i 28 kg nell’arco di 7 anni.