‘Del maiale non si butta via niente’, questo è un vecchio detto che tutti noi conosciamo che esalta le qualità del suino. Peccato che su tale animale penda un’emergenza.
Il maiale costituisce la maggior parte delle carni che, volenti o nolenti, consumiamo quasi ogni giorno. Sicuramente è improbabile trovare tutti i giorni sulle nostre tavole succulenti arrosti o croccanti braciole, ma non sono da escludere salami o più semplicemente del gustoso prosciutto, sia esso cotto che crudo, che talvolta risolve il problema del pranzo, consumato con pane e maionese.
Di grandissimo consumo è innegabile che siano anche le rinomatissime salamelle o salsicce, il cui impiego in cucina varia molto. Possono infatti essere arrostite alla griglia e mangiate poi da sole o nei panini. Oppure ancora essere accorpate ad un gustoso sugo per una pastasciutta o una lasagna o, perché no, in un cremoso risotto.
Senza poi contare che, qualora dovessero non essere consumate in tempi brevi e presentare della muffa, non vanno assolutamente buttate via. Difatti andrebbero lasciate dove sono di modo che, una volta terminato il decorso della muffa, diventano dei gustosissimi salamini da affettare e gustare da soli o in compagnia come aperitivo, accompagnati da un bicchiere di vino, possibilmente rosso.
Il suino inoltre è un animale che viene allevato un po’ in tutto il mondo, non solamente in Italia, sebbene appunto anche nel nostro Paese gli allevamenti non manchino. Tuttavia pare essere sorto un allarme riguardante proprio suddetto animale, additato come portatore di una pericolosissima sostanza quale la diossina.
La colpa di ciò sarebbe da attribuire a dei mangimi con cui i maiali vengono nutriti durante il periodo di allevamento. Tale inquinamento si sarebbe propagato a macchia d’olio anche per via dell’ampio uso delle carni suine impiegate in cucina nelle molteplici pietanze in cui possiamo gustarle. La contaminazione però sembra riguardare un Paese specifico. Noi vi diciamo quale.
La contaminazione di massa sarebbe avvenuta in un’Isola del Nord Europa, più precisamente in Irlanda, dove sono state riscontrate carni suine al alto contenuto di diossina. A questo punto, dopo accurati controlli, l’Efsa ha anche stilato delle classifiche, in base a delle percentuali di consumo secondo cui decretare o meno il pericolo per i consumatori.
La percentuale di diossina non per nulla è stata misurata in base alla quantità di grasso presente dell’animale, dal momento che è li che andava a concentrarsi la sostanza tossica. Ad ogni modo i consumatori ora possono tirare un sospiro di sollievo, dal momento che si tratta, per così dire di un cold case. Difatti la faccenda fu riscontrata nel lontano 2008 e al momento pare che il pericolo non sussista.