Panico in Veneto, la strage improvvisa negli allevamenti di mucche: torna incubo mucca pazza
Brutta tegola in Veneto. La misteriosa morte di numerosi capi di bestiame ha acceso di nuovo l’allarme mucca pazza!
A Vicenza qualche settimana fa si è verificato un evento che ha fatto presagire il peggio. Numerosi capi di bestiame di una mandria di mucche sono deceduti in circostanze a dir poco sospette. Gli allevato hanno subito denunciato l’accaduto evidenziando come non si conoscessero le cause della morte degli animali.
Subito la paura è stata quella di un ritorno del morbo della mucca pazza. Il suo nome scientifico è quello di encelopatia animale che colpisce i bovini e si trasmette da animali ad animale, ma anche da animale a uomo. Questo è quello che più spaventa.
A causare questa malattia estremamente aggressiva è un agente infettivo non convenzionale, quindi non si tratta di un virus, ma piuttosto di una proteina che subisce una modifica da quella che è la sua forma non patologica. Tale agente va a provocare la comparsa di una malattia neurologica cronica, degenerativa e dagli effetti irreversibili, che colpisce il cervello provocando una sorta di fori nella materia grigia.
Il primo caso fu diagnosticato nel 1986, ma fino a non molti anni fa sono stati denunciati dei casi e questo evento in Veneto ha riacceso la paura di una nuova contaminazione potenzialmente letale.
L’acceduto
Il luogo è Vicenza, una mandria composta da 55 capi di bestiame sta pascolano sul prato di proprietà di un’azienda agricola. Sembra sia tutto tranquillo quando a un certo punto 13 dei 55 animali inizia a mostrare degli strani sintomi come tremori, incapacità nel reggersi sulle sue zampe.
Prontamente avvertito il personale veterinario, il bestiame è stato allontano dal luogo in cui stava pascolando per permettere al personale competente di portare a compimento le indagini in merito all’accaduto ed è stato posto il blocco alla vendita del latte. La paura di una nuova epidemia di mucca pazza è quindi tornata.
Le ragioni della morte
Quando i veterinari del Laboratorio di diagnostica dell’Istituto zooprofilattivo sperimentale delle Venezie sono arrivati sul posto hanno proceduto immediatamente con i primi test tossicologici sull’erba, poi la valutazione della possibile presenza di piante di sorgo selvatico nel pascolo. Mentre i test tossicologici hanno dato esito negativo, era chiara la presenza di sorgolo.
Questa pianta selvatica in alcune circostanze può liberare dei cianuri nelle mucche o negli altri ruminanti. In caso di prolungata siccità il sorvolo può accumulare durino una sostanza che è in grado di liberare acido cianidrico nello stomaco degli animali che muoiono avvelenati.