Parmigiano, non lo sai: quando lo mangi ti stai mangiando anche un microchip I Pazzesco ma vero
Non tutti lo sanno ma quando mangiano il parmigiano potrebbero ingerire anche un microchip, ecco la verità.
Il parmigiano è una delle eccellenze italiane nel mondo. In fondo l’Italia è un centro di produzione alimentare che ogni anno da luogo a moltissime prelibatezze che poi vengono portate in tavola, non solo nel nostro Bel Paese, ma anche al di fuori dei confini nazionali.
Tanta gloria è ovvio che porti con sé il desiderio di creare un prodotto che sia del tutto similare all’originale, anche se ovviamente non potrà mai copiarlo perfettamente sia a livello di sapore che soprattutto di qualità.
Quello che però dovresti sapere è che il parmigiano non solo è buono da mangiare, ma è anche in grado di offrire una serie di benefici. Un prodotto da inserire fin dallo svezzamento nell’alimentazione dei piccoli, è un’interessante fonte di calcio, alleato delle ossa e delle articolazioni, che crescono sane e forti.
Inoltre per chi non ne fosse a conoscenza, il parmigiano è uno dei formaggi naturalmente privo di lattosio, quindi adatto alla consumazione anche da parte di chi è allergico a questo particolare zucchero, presente all’interno del latte e che, a chi risulta essere intollerante, provoca un senso di gonfiore addominale, dolore e crampi.
La contraffazione del parmigiano
Sotto la lente d’ingrandimento ci è finito, nell’ultimo periodo, il nostro caro Parmigiano Reggiano. Come dicevamo in precedenza, si tratta di una vera eccellenza, prodotto da aziende specializzate, che utilizzano solo latte di primissima qualità. Peccato però che gli USA stanno cercando di copiarcelo.
Ovviamente non potrà mai essere lo stesso prodotto e per noi italiani sarebbe chiaro che non ci assomiglia affatto, né a livello di sapore, né di profumo e nemmeno di aspetto. Ma un occhio poco esperto potrebbe cadere nella trappola e allora i produttori italiani stanno pensando a un rimedio.
La soluzione
Ma allora quale sarebbe la soluzione? Sembra che la risposta sia in una sorta di microchip che grazie a un numero di serie permetterebbe di riconoscere il Parmigiano Reggiano da quello contraffatto. Il microchip sarebbe commestibile e non avrebbe nessun effetto sul consumatore, che lo ingerisce senza rendersi conto della sua presenza.
Grazie a uno scanner posto a poca distanza dal soggetto, sarà possibile verificare che quello consumato sia realmente del Parmigiano Reggiano DOC e non un’imitazione. Il timore? Che possa essere un modo per controllare i cittadini, ma in realtà, non essendo possibile la gestione del chip in remoto, è da escludere un cosa di questo genere.