Amatriciana, hai sempre sbagliato a cucinarla: scoperta la vera ricetta I Non è assolutamente come pensi
Una modalità per cucinare l’amatriciana che in tanti non conoscono ma che potrebbe totalmente stravolgere la tradizione.
Se siamo turisti e ci capita di fare una piccola sosta nella Città Capitolina, una cosa che non può e non deve assolutamente mancare nella nostra esperienza gastronomica, sia che siamo stranieri o italiani residenti in altre città, è l’amatriciana, la pasta per eccellenza assieme alla sorella carbonara.
L’amatriciana inoltre è un condimento che, stando alla tradizione romana, andrebbe rigorosamente consumato coi bucatini e non con gli spaghetti, come tanti non romani erroneamente credono. Un’eccezione alla regola può tuttavia essere rappresentata dai rigatoni, ma ci sono delle regole ben precise anche per quanto riguarda gli ingredienti.
La prima cosa da sapere è che non fa assolutamente fatta con la pancetta, ovviamente se il nostro intento è quello di venerare la tradizione, ma con il guanciale. Tuttavia sembrerebbe esserci stato, in un passato non molto lontano, un personaggio famoso, grande amante della pasta in generale, per di più romano DOC, ad aver stravolto questa patriottica ricetta. Di chi si tratta?
Aldo Fabrizi, l’uomo che ruppe gli schemi della matriciana
Stiamo parlando di un comico che nel periodo tra le due guerre è stato molto presente sulla scena italiana e che è stato un autentico caposaldo della comicità oltre che un autentico maestro per un altro grande attore nostrano, ovvero Alberto Sordi, come si è potuto notare in una recente pellicola che è stata a lui dedicata per il suo centenario.
Parliamo di Aldo Fabrizi, classe 1905 e scomparso nel 1990, che non ha mai e poi mai nascosto, nemmeno in numerosi suoi sketch e pellicole, il suo grande amore per la pasta. Cosa che lo stesso non ha poi mai nemmeno nascosto in numerose sue interviste. Ma in che cosa consiste la sua rivisitazione della matriciana?
Amatriciana secondo Aldo Fabrizi
Il tuto può essere facilmente riassumibile in una sua stessa poesia, dal titolo La Matriciana Mia, il cui nome possiamo dire che sia già tutto un programma. Si parta innanzitutto da un soffritto di cipolla e zenzero, per poi farci soffriggere mezzo etto di guanciale affumicato e pancetta arrotolata.
Una volta che gli ingredienti saranno ben rosolati bisogna aggiungere un piccolo schizzo d’aceto e creare con la fiamma un effetto flambé. Quindi poi aggiungere la passata di pomodoro o la conserva e un pizzico di dado per brodo e un ciuffetto di basilico. Una volta che il sugo sarà ben cotto va versato sulla pasta insieme al parmigiano grattugiato o pecorino.