Cracker, c’è un motivo se ci sono quei buchini: consumatori sconvolti quando lo scoprono I Chi l’avrebbe mai detto
Un prodotto da forno che piace molto e da tantissimo tempo presenta delle caratteristiche molto particolari e uniche
I cracker in Italia sono arrivati praticamente negli anni Sessanta, quando la moda dei grissini e degli snack salati seguiva la moda americana di determinati scelte alimentari. Prodotti da forno a laminazione, i cracker sono davvero versatili e costituiscono spesso un veloce intermezzo per un break al lavoro o a scuola.
Sono in effetti lo spuntino per eccellenza che possono essere portati in tasca e consumati in qualunque circostanza. Sono degli eccellenti spezza-fame, ma non solo. Sempre più spesso, infatti, i cracker vengono usati anche come supporto per diversi tipi di cibo, o anche come ingrediente vero e proprio.
Il successo dei cracker avvenne nel 1801, quando lo statunitense Josiah Bent avviò un’attività di panettiere a Milton, nel Massachusetts, vendendo anche alla gente comune e non solo ai marinai i “biscotti d’acqua” ossia i cracker, che non si deterioravano durante i lunghi viaggi per mare dai porti di Boston. Successivamente, nel 1810, la Nabisco iniziò la produzione di cracker su larga scala.
I cracker prendono il nome da un suono della vita quotidiana. In realtà, alla loro nascita, i biscotti salati vennero chiamati “pilot-bread”, ma ci volle poco prima che la gente iniziasse a chiamarli cracker. Il motivo? Perché masticandoli, grazie alla loro croccantezza e alla friabilità, facevano un rumore simile alla parola “crack”.
Caratteristiche dei cracker
I cracker salati sono alimenti di origine tendenzialmente vegetale, che appartengono al III gruppo fondamentale degli alimenti, ovvero a quello di cereali, patate e derivati. Nella dieta rappresentano una fonte di carboidrati complessi e fibra alimentare. I cracker salati hanno un apporto energetico piuttosto elevato, fornito principalmente dai carboidrati, seguiti dai lipidi e infine dalle proteine.
I glucidi sono prevalentemente complessi (amido), gli acidi grassi di tipo monoinsaturo e i peptidi a medio valore biologico. Il colesterolo è assente e le fibre più che soddisfacenti. Per quel che concerne le vitamine, i cracker salati non sembrano contenerne livelli degni di nota; sembrano essere maggiormente presenti la B1 (tiamina), la PP (niacina) e la E (tocoferoli).
Curiosità sui cracker
Chi guarda un cracker non può fare ameno di notare che la superficie della sfoglia è tutta bucherellata. Non si tratta di una decorazione, ma di una specifica funzione, ideata da Josiah Bent, il padre dei cracker moderni, che iniziò a bucherellare le sue “gallette” prima di metterle in forno, in modo da evitare i rigonfiamenti e le sacche d’aria, e mantenerle così la superficie liscia e regolare.
Chiamati “docking holes” (buchi di attracco), cioè i buchini sui cracker, oggi vengono realizzati con un utensile specifico, il roller docker, e nemmeno la loro distribuzione è casuale: sono più vicini e fitti se il prodotto è più secco, sono più distanti se invece il prodotto è più soffice. In questo secondo caso, infatti, noterete che il cracker presenta qualche bolla.