Pesticidi nella farina, ti stai intossicando quotidianamente: le analisi fanno scoppiare lo scandalo I Non mangiare questi cibi
La scelta delle farine sugli scaffali dei supermercati deve essere molto oculata per non scegliere quella sbagliata
Sugli scaffali dei supermercati si trovano diversi tipi di farine: di grano, mais e altri cereali, ma anche di legumi come i ceci e la soia, o di castagne. Senza dimenticare i mix di farine predosati, pensati per le esigenze di chi prepara torte o panifica in casa. Prodotti differenti che spesso hanno prezzi molto diversi, anche per la presenza di prodotti “senza glutine” che fanno crescere l’assortimento.
Quando si parla genericamente di farina, ci si riferisce di solito a quella di grano tenero (Triticum aestivum), mentre il grano duro (Triticum durum) usato per la pasta e per alcuni tipi di pane, si distingue perché spesso sull’etichetta compare la scritta semola. Mentre per le farine di legumi, oggi di moda, viene indicata solo la materia prima.
Le caratteristiche di cui tenere conto per scegliere una farina di grano tenero sono sostanzialmente la raffinazione e la forza. Per quanto riguarda la raffinazione, i tipi di farina disponibili vanno dalla 00, la più raffinata e definita anche ‘fior di farina’, che contiene solo la parte interna del chicco, alle farine 0, 1 e 2, con percentuali progressivamente maggiori di crusca.
La farina più interessante dal punto di vista nutrizionale è quella integrale – o poco raffinata – perché è meno calorica, e più ricca di minerali ed elementi nutritivi. Il problema è che spesso i prodotti promossi nelle pubblicità o sulle etichette come ‘integrali’ non sono fatti con vera farina integrale – che contiene tutte le componenti del chicco, tra cui la crusca e i suoi sottoprodotti.
Le analisi parlano chiaro
Le analisi effettuate dalla rivista “Il Salvagente” hanno evidenziato che rispetto a qualche anno fa ci sono stati dei miglioramenti, ma comunque la maggior parte delle marche di farina analizzate, però, presentano ancora piccole tracce di pesticidi (però sempre entro i limiti di legge. Inoltre, nel precedente test erano 4 le marche di farina contenenti glifosato.
Non ci sono molte ricerche sui possibili rischi per la salute a lungo termine dell’esposizione ai pesticidi. Comunque, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), suggerisce che entrare in contatto con grandi quantità di pesticidi potrebbe influenzare la riproduzione e potenzialmente essere una causa di cancro.
Farine sotto osservazione
Oltre al glifosato, alcuni marche di farina analizzate presentavano al loro interno altri pesticidi, sempre entro i limiti di legge, tipo un insetticida oppure un sinergizzante o ancora un piretroide. Di solito il grano tenero è quello meno trattato perchè non richiede un ricorso massiccio ad insetticidi perché in Canada e negli Stati Uniti è una coltivazione autunno-vernina.
Discorso diverso per il duro che nel Nord America ha prevalentemente un ciclo di coltivazione estivo: viene seminato ad aprile e in settembre, per evitare le piogge, la maturazione viene “accelerata” con il glifosato. Quindi le farine potrebbero avere residui. Un’altra sottolineatura del test è che in etichetta non è sempre indicata l’origine del grano.