Esselunga, Aldi e Iper: la frutta spesso é acerba e il motivo è sconcertante | Da dove proviene
L’area frutta e verdura del supermercato è ricco di offerte di ogni tipo di prodotto ma non sempre è all’altezza delle aspettative
Quando si entra in un supermercato il primo reparto che si incontra è quello dell‘ortofrutta e la varietà e la ricchezza dei prodotti esposti è davvero molto significativa. La varietà delle offerte è davvero molto notevole, ma qualche volta, le stesse non sono all’altezza delle aspettative del consumatore. La frutta infatti, può essere anche acerba o maturata male.
La frutta esaminata da un’inchiesta del Fatto Alimentare è stata venduta in Esselunga Sottocasa, Coop, Aldi, Iper la grande e Carrefour. Ed è stata analizzata sia la frutta esotica che quella nazionale. Quando si parla di frutta esotica, ananas e papaya arrivano da molto lontano, mentre per avocado e banane le provenienze sono varie e poco standardizzate.
Passion fruit e mango arrivano principalmente dalle Americhe e dall’Africa, mentre la noce di cocco proviene da India e Costa d’Avorio. Poi ci sono i kiwi che arrivano quasi tutti dall’Italia oppure dalla Nuova Zelanda. Teniamo presente che praticamente tutti questi prodotti sono venduti quando sono di stagione.
La presenza di frutta di stagione in tutte e cinque le catene è bassa. E la loro provenienza è quasi sempre italiana. I frutti non di stagione hanno una provenienza mista: i meloni da Brasile e Italia; le more dal Messico e dalla Spagna; le fragole dal Belgio e dall’Italia. I ribes con la loro provenienza solo italiana accomunano tutte e cinque le realtà.
Quali sono le dinamiche di acquisto
Le dinamiche sono legate ai volumi di acquisti e alle vendite. Il rischio di avere grandi quantitativi di merce matura sui banchi di vendita dei supermercati, è quello di vederli marcire se non venduti in tempi brevi se non brevissimi, con la conseguenza di grosse perdite di prodotto. Quindi l’acquisto è fatto partendo generalmente da frutta acerba.
Oltre a ciò va detto che i frutti devono avere un calibro uguale, un aspetto del tutto simile e un livello di maturazione identico e questo implica la presenza di frutta acerba sugli scaffali. C’è poi il problema della frutta imperfetta ma buona che semplicemente non viene scelta. Così quintali di frutta finiscono al macero.
Importante è il ruolo del consumatore
Una maggiore sensibilità da parte dei consumatori sulla scelta, non solo di frutta stagionale, ma del prodotto locale o nazionale, darebbe una spinta in più al cambio di direzione che, si cerca di attuare nell’approvvigionamento del prodotto fresco. Scelta che potrebbe dare un contributo non indifferente alle abitudini d’acquisto.
Nel contesto storico in cui viviamo, privilegiare non solo il prodotto stagionale ma anche quello italiano potrebbe avere un grande impatto sulla salvaguardia del territorio e su altri aspetti come: la tutela della territorialità, la qualità e l’attenzione alle caratteristiche organolettiche. In aiuto viene la normativa che in Italia obbliga una corretta etichettatura per l’ortofrutta.