Formaggio in busta: comodo e costa poco ma nasconde un terribile dettaglio | Chissà se lo acquisterai ancora
Il formaggio in busta ora fa più che mai parte delle nostre provviste. Tuttavia pochi sanno di un triste retroscena.
Sin da quando eravamo piccoli siamo venuti sicuramente a contatto con il formaggio parmigiano grattugiato, che mamme e nonne ci insegnavano fosse l’insaporitore per antonomasia della nostra cucina, per quel che riguarda i primi piatti. Parliamo nello specifico di pastasciutte, risotti e minestre.
Questo prodotto, il parmigiano in particolare, nel tempo ha anche visto numerosissime reclame pubblicitarie e televisive, per lo più incentrate su una comunicazione diretta e in tempo reale. Un famoso spot, in onda a cavallo tra la fine degli Anni ’80 e i primi ’90 vedeva infatti una sorta di breve videoclip che mostrava numerosi consumatori nelle più svariate realtà.
Una carrellata di immagini caratterizzata da un montaggio abbastanza repentino mostrava sorridenti commessi di punti vendita intenti nell’atto, avventori nei ristoranti al momento del pasto, oltre che bambini resi felici dall’assaggio del prodotto, a indicare che il target era molto ampio e variegato.
La comodità del formaggio grattugiato in busta
Eravamo poi soliti comperarlo a blocchi o a pezzetti per poi grattugiarlo in tutta calma a casa nostra nelle nostre cucine una volta rincasati dalla spesa, in vista del pranzo e riempiendo gli appositi contenitori, da cui poi ogni commensale di sarebbe servito al momento opportuno. Da poco tempo a questa parte tuttavia è stato possibile trovarlo in una nuova modalità.
Parliamo del formaggio venduto in busta già grattugiato che, lo diciamo per dovere di cronaca, non è da molti anni che ha iniziato a prendere piede in questa nuova modalità. Una modalità che però pare nasconda un triste retroscena, dal momento che in alcuni campioni analizzati di questo prodotto, sono state rinvenute tracce di aflatossina M1 e altri medicinali veterinari.
Le analisi condotte sul formaggio grattugiato
Coma è possibile leggere dalle pagine de Il Salvagente, quanto fino ad ora espresso sembra che sia la mera conseguenza di alcuni farmaci che vengono somministrati alla mucche da latte, al fine di tamponare in qualche maniera le condizioni igieniche degli ambienti in cui vengono allevate. Ovviamente farmaci e antibiotici poi vanno a toccare diversi organi e non sono esclusi quelli relativi al latte.
Fortunatamente, stando ai dati emersi dalle analisi condotte, le percentuali che sarebbero state rinvenute in questo caso, specialmente per quanto riguarda il formaggio in busta, sono molto basse. Difatti su 37 campioni presi in esame, ben 33 lo hanno superato brillantemente, senza presenza di tracce di medicinali o altre sostanze. Sono comunque ad ora in corso ulteriori accertamenti.