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Scadenze alimenti: cosa significa “da consumarsi preferibilmente” | Ho sempre sbagliato tutto

Data di scadenza degli alimenti
Una donna in piedi davanti al frigorifero (Immagine di repertorio – Fonte Depositphotos) – Laterradelgusto.it

Data di scadenza e termine minimo di conservazione: ecco cosa significano davvero e come capire le scadenze degli alimenti.

Molti di noi hanno guardato con preoccupazione la data di scadenza sugli alimenti, chiedendosi se fosse ancora sicuro consumarli. La dicitura “da consumarsi preferibilmente” spesso causa confusione e porta a sprechi alimentari.

Ogni anno, circa un terzo del cibo prodotto nel mondo finisce nella spazzatura. Uno dei motivi principali di questo spreco alimentare è proprio la confusione che regna tra le date di scadenza e il termine minimo di conservazione.

Scopriamo quindi insieme cosa significano realmente queste indicazioni, per aiutarti a mangiare senza rischi e senza sprechi.

Scadenze alimenti: cosa indica la data di scadenza

Quando si parla di etichette alimentari tra le principali fonti di confusione troviamo indubbiamente le differenze tra le date di scadenza e i termini minimi di conservazione. Tuttavia, conoscere la differenza tra questi due concetti è essenziale per consumare gli alimenti in modo sicuro e responsabile.

La data di scadenza è un termine perentorio che indica il limite entro il quale un alimento deve essere consumato per garantirne la sicurezza. Questa dicitura è presente su alimenti altamente deperibili come latte fresco, yogurt e formaggi. Consumare questi prodotti oltre la data di scadenza può comportare rischi per la salute. Tuttavia, in alcuni casi, se il prodotto è stato conservato correttamente, può essere consumato anche uno o due giorni dopo la scadenza, sempre che non presenti cattivi odori o segni di deterioramento.

Data di scadenza degli alimenti
Una donna legge l’etichetta di un prodotto alimentare (Immagine di repertorio – Fonte Depositphotos) – Laterradelgusto.it

Scadenze alimenti: il termine minimo di conservazione

Il “termine minimo di conservazione” (TMC), indicato con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro“, si riferisce alla data fino a cui un alimento conserva le sue caratteristiche ottimali di gusto, aspetto e valore nutrizionale. Questa data è meno rigida rispetto alla scadenza vera e propria e si applica a prodotti come pasta, farina e biscotti. Anche se il TMC è stato superato, questi alimenti possono ancora essere consumati senza rischi per la salute, anche se potrebbero aver perso parte della loro freschezza e qualità originale.

Molto spesso, i prodotti con il TMC superato vengono considerati inutilizzabili, ma in realtà possono essere ancora consumati. Per esempio, una confezione di crackers potrebbe perdere la sua friabilità col tempo, ma resta sicura da mangiare. È importante quindi non confondere il TMC con la data di scadenza: il primo riguarda la qualità, il secondo la sicurezza.

La possibilità di consumare un alimento dopo la scadenza dipende dal tipo di prodotto e dalle condizioni di conservazione: gli alimenti che richiedono refrigerazione, come latte e yogurt, possono essere consumati uno o due giorni dopo la scadenza se ben conservati. Tuttavia, per alimenti freschi altamente deperibili come pesce e carne, è essenziale rispettare rigorosamente la data di scadenza per evitare rischi di contaminazione da microrganismi patogeni.