Mal di Sushi: forse ne sei già dipendente ma non sai cosa stai rischiando
Quanto è buono il sushi! Attenzione però perché potresti aver contratto una malattia, anche se non lo sai!
Sono in tantissimi che, dati e sondaggi alla mano, da quando hanno iniziato ad approdare anche in Italia i ristoranti giapponesi, ne sono praticamente diventati dipendenti. Qui tuttavia è doveroso fare in distinguo. In tempi meno recenti si trovavano con una buona frequenza i ristoranti cinesi, o comunque asiatici.
La loro cucina è veramente squisita per chi la ama o la sa apprezzare ma, come si suol dire, a costituire la cosiddetta ciliegina sulla torta sono stati i ristoranti di sushi, con la più che mai vincente formula all you can eat. In poche parole, pagando un prezzo fisso, si può gustare questa delizia a volontà.
Insieme ad esso, altro punto ad enorme favore, è possibile beneficiare anche di un vastissimo assortimento di cucina cinese, che spazia con grandissima disinvoltura dagli antipasti, detti appetizers nella lingua inglese, ai primi composti da pasta e riso, fino ai secondi di carne o pesce.
Il boom del sushi nel nostro Paese
Insomma, il successo è stato assolutamente clamoroso, considerato il fatto che gli italiani costituiscono da sempre un popolo esterofilo per antonomasia, soprattutto per quanto riguarda il cibo. Per tale motivo infatti il sushi ha trovato terreno molto fertile nel Bel Paese.
Come per ogni cosa tuttavia, ecco fare capolino all’orizzonte il classico e tanto temuto rovescio della medaglia. Infatti pare che il sushi, trattandosi di un cibo crudo, possa essere veicolante di una brutta malattia, in grado di colpire duramente l’organismo. Di che cosa si tratta?
Sushi e sindrome sgombroide
Il nome di quanto appena pronunciato nel titolo altro non è che una sostanza che si va a formare come conseguenza della degradazione di un amminoacido presente nel salmone, nel tonno, nello sgombro e nelle sardine. I primi due tipi di pesce nominati infatti sono molto presenti, a crudo, quando si tratta di sushi.
I sintomi della patologia si manifestano a distanza di non più di 15-20 o al massimo 30 minuti dall’ingestione, con vomito, diarrea, crampi addominali ed eventualmente eruzioni cutanee. Tutto deriva da una cattiva conservazione del pesce, a monte della produzione del sushi. Pertanto è bene scegliere locali puliti e che non presentano pesce in bella vista non correttamente conservato in un luogo ben refrigerato.