Brutta fine conclamata de Il Castello delle Cerimonie, non c’è più speranza: al via l’opera di sgombero | Che ne sarà della struttura
È davvero la fine dei giochi per il celebre Castello delle Cerimonie? Inizia lo sgombero, che fine farà la struttura.
Sembra proprio la fine di un’era. Quella iniziata nel 2014 quando a gestire il Castello delle Cerimonie – vedi Grand Hotel La Sonrisa – è Don Antonio Polese, che dà il via alla trasmissione Il boss delle cerimonie.
Una location super sfarzosa, barocca e dorata, fatta di eccessi, che attira un certo tipo caratteristico di napoletanità che per il suo giorno speciale vuole strafare, stupire e divertirsi.
L’eredità del boss, dopo la sua scomparsa nel 2016, viene raccolta dalla figlia Donna Imma e dal di lei marito Matteo Gordano. Che continuano a trasformare in realtà i sogni di chi vuole festeggiare matrimonio, comunione o anche diciottesimo in quello che è diventato Il Castello delle Cerimonie.
Purtroppo però da qualche anno come molti sanno i Polese stanno combattendo una battaglia legale per mantenere aperto. Ma sembra che i giochi siano fatti, e lo sgombero sia ormai prossimo. Che ne sarà della struttura?
Il Castello delle Cerimonie: al via lo sgombero
Prima di capire cosa sarà della struttura però facciamo un passo indietro e ricordiamo come siamo giunti a questo punto. Come è possibile che una simile realtà, che dà da lavorare a centinaia di persone e che attira decine di clienti ogni anno, sia fatta oggetto di sgombero?
La storia affonda le sue radici in una lottizzazione abusiva. Tutto ha inizio nel 1979, e grazie alle solite lungaggini burocratiche solo nel 2010 si arriva al sequestro, che diventa confisca nel 2016. Al volgere di questo 2024 si tirano le somme e tutto diventa effettivo: lo sgombero abbia inizio. Fine di un’era, appunto.
Non c’è più speranza?
C’è da dire che nel frattempo i Polese non sono stati a guardare. Intanto hanno continuato la loro attività. A settembre infatti su Real Time, come sempre, è iniziata una nuova stagione de Il Castello delle Cerimonie. Ma, come fa sapere la sindaca di Sant’Antonio Abate – luogo in cui sorge La Sonrisa – sarà presto avviata la procedura di sgombero dei locali che sono divenuti proprietà del Comune, al quale i Polese stanno versando un canone mensile di 29mila euro.
La famiglia Polese si oppone strenuamente a quanto sta avvenendo e il suo avvocato Vincenzo Maiello fa sapere attraverso Fanpage.it: “Per salvare il ristorante La Sonrisa continueremo a lottare per una sentenza che sancisca l’illegittimità di questa confisca urbanistica. Ci rivolgeremo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dove riteniamo di poter ottenere il riconoscimento dell’illegittimità di questo provvedimento”. Che ne sarà della struttura? Attraverso Ansa.it la sindaca Ilaria Abagnale precisa: “Il futuro della struttura sarà condiviso, deciso e comunicato solo nei prossimi mesi”. Tutti sperano comunque che non venga abbattuta.